Usare la testa

La testa è come un quinto arto per le donne africane. E' come un dono, un piccolo miracolo.

Per queste donne fatte di ossa e nervi, instancabili, inaffondabili, tenaci, silenziose e sorridenti nella loro fatica quotidiana, nel loro macinare chilometri e chilometri a piedi, dall'alba al tramonto, portando con sé figli, capre, galline, maiali... in un viaggio polveroso che non ha mai fine, che si ripete giorno dopo giorno.

La testa è, semplicemente, un'estensione delle braccia. E' come una piccola piattaforma sicura dove il movimento delle mani, dopo aver raccolto qualcosa, termina istintivamente la propria corsa.

Non importa che il carico sia piccolo, enorme, leggero o intollerabilmente pesante; tutto finisce naturalmente lassù in alto. E neanche la forma dell'oggetto ha importanza. E' come se avessero una specie di sesto senso, qualcosa di impercettibilmente preciso, per trovare l'esatto baricentro di qualunque cosa passi loro tra le mani. Basta soppesare qualcosa per un attimo per scoprire quell'angolino segreto, quel sottile spigolo magico che fa restare tutto in piedi da sé...

Ma il miracolo non è tanto il fatto che lo tengano sulla testa, quanto il fatto che, nel frattempo, facciano magari 30 km a piedi, parlando, allattando un bambino legato dietro la schiena (senza smettere di camminare), girandosi a salutare, mangiando canna da zucchero....

E' come se il collo avesse una vita propria, completamente indipendente dal resto del corpo. Il collo è FISSO, sempre. E' il resto del corpo che si muove. Magari sotto ad un sacco di carbone lungo un metro e mezzo e pesante 30 chili...

All'inizio le guardi camminare e pensi “No, è fisicamente impossibile. C'è un trucco..”. Poi ti abitui pian piano, diventa normale... e allora cominci a concentrarti su QUELLO che riescono a portare.

Ebbene, non c'è limite. Sulla testa puoi portare banalmente fagotti di stoffa, cesti, casse, scatole, tinozze e taniche... Oppure, se sei “avanti”, puoi portare caschi di banane, fascine di legna, cocomeri interi, tronchi di bambù lunghi 6 metri, una macchina da cucire, un braciere con teiera incorporata. Ma la più avanti di tutte, che non dimenticherò mai, portava sulla testa un intero salottino da the: un tavolino di legno rovesciato, con dentro 4 panchetti, due bracieri, due teiere e tazze per tutti...

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