Cibo

La stanza da pranzo è semplice: ci sono un lungo tavolone, un mobile di legno e un treppiede con un grande orcio nero pieno d'acqua, coperto con un telo. Prima di ogni pasto Rosie riempie una caraffa con quell'acqua e la appoggia su un piccolo tavolino, accanto ad una bacinella, dove puoi lavarti le mani prima di mangiare (e dopo, visto che i tovaglioli non sono previsti...).

Il pezzo forte è lo scarcassato frigorifero a gas, oggetto inconsueto quanto inutile, visto che il gas per alimentarlo non c'è. Ma dal momento che ai preti sembra piacere comunque molto l'idea di piazzarci dentro interiora, teste di maiale e quant'altro, l'innocuo frigorifero si trasforma in una pestilenziale camera di morte... E quando lo apri per metterci le tue bottiglie di acqua minerale (unico lusso occidentale a cui abbiamo deciso di non rinunciare) devi stare bene attento a distogliere contemporaneamente vista e olfatto dal suo contenuto, possibilmente senza dare troppo nell'occhio e rischiare di offendere qualcuno...

Colazione, pranzo, cena: un ritmo costante che scandisce le giornate. I pasti seguono un rituale preciso, sempre uguale, anche nel menù. Rosie dispone tutte le pentole sul tavolo, ognuna in una posizione precisa, sempre la stessa. Ci sono il riso, l'ignassa (una polenta di farina di kassava), le verdure cotte con le arachidi, gli immancabili fagioli, a volte il maiale o la capra, e tutta la frutta che ti può venire in mente di assaggiare. Poi copre tutto con teli bianchi contro le mosche.

Prima di mangiare si prega (ebbene sì...!). Una breve e indolore benedizione in inglese, fatta in piedi a capo chino, all'inizio un po' imbarazzante, poi sempre più normale... almeno quanto vedere Padre Kennedy che mangia tutto con le mani, come tutti gli africani. Poi il telo viene sollevato dolcemente e ci sediamo a mangiare, stando sempre bene attenti a cosa e quanto mettere nel piatto, visto che l'idea di lasciarci dentro qualcosa di avanzato è semplicemente impensabile. C'è una specie di processo inevitabile, istintivo. Nonostante la noia dei sapori sempre uguali, la mancanza di varietà e di sorpresa... Nonostante le innumerevoli battute fatte ogni giorno sollevando i piccoli coperchi (“mmm... che ci sarà oggi??”), questo cibo ha un valore incredibilmente diverso, anche per noi.

Nessun commento: