Spaghetti, pizza, mandolino... e un bagno pulito

Luca, il carabiniere dell'ambasciata che era venuto a prenderci al nostro arrivo all'aeroporto - una vita fa...- ci aspetta - o almeno così dovrebbe essere - ad una fermata periferica del Gaaga. Il pullman ci molla nel bel mezzo di una super-strada degna della capitale, con autocarri e matatu sfreccianti. Dopo una lite con l'autista, che si rifiutava di aprirci il portellone dei bagagli perché “troppo pericoloso in mezzo al traffico”, ci ritroviamo sulla strada, schiacciate da una quantità indecentemente lievitata di borse, pacchi, cesti, zaini, sacchetti (c'è addirittura un'intera valigia rigida piena di frutta e patate dolci da portare in Italia...). Di Luca neanche l'ombra. I boda-boda boys cominciano a farsi insistenti: vogliono portarci. In fondo, come dargli torto: è impossibile credere che possiamo in qualche modo riuscire a proseguire a piedi con tutta quella roba (in realtà, volendoci riflettere, a me sfuggirebbe anche come loro possano pensare di caricare tutto quanto sui loro motorini, ma tant'è...).
Alla fine, dopo un paio di telefonate e un mezzo giro di perlustrazione nei dintorni, ecco Luca, con la sua macchina rossa. “Fa strano” salire a bordo, ci fa un effetto extra-lusso, quando in realtà, pensandoci bene, non è altro che una macchina moderna.
Ci porta a casa sua, dentro l'ambasciata, dove la moglie, il figlio e la suocera ci stanno aspettando da qualche ora, per il pranzo.
Mario ha organizzato tutto quanto dall'Italia, non c'è stato niente da fare. Non è servito ripetergli più e più volte che volevamo starcene un paio di giorni in giro per Kampala tranquillamente, da sole, dormendo in una guesthouse. No, lui ha voluto così e così è stato. E ora Luca si è trasformato in una specie di angelo custode. Ci ha organizzato tutto: cene, spostamenti, pernottamento.... Dormiremo addirittura dentro la residenza dell'Ambasciatore, nella dependance di Enrico, l'altro carabiniere.
Siamo nere di rabbia, ma Luca e la moglie sono così gentili che è impossibile non apprezzare. Lei ha preparato due italianissimi piatti di spaghetti al pomodoro, più coniglio in umido, pomodori fritti, carciofini.... mamma mia.
Mangiamo come maiali (stavolta con la forchetta) e ci lasciamo coccolare dalla sensazione, in fondo piacevole, di non dover pensare più a niente, di non avere preoccupazioni.
La casa di Luca è una bolla di Italia in mezzo alla città. Si è trasferito qui con la moglie 6 anni fa, e si è portato il suo Paese dentro un container: mobili, quadri, soprammobili, ma anche mattonelle per il bagno, sanitari, biancheria, cibo..... tutto. Un trasloco globale. Per fortuna, nel tempo, sono riusciti a farsi spazio anche alcuni timidi oggetti africani: lunghissime lance Masai, panchetti Karamoja, longilinei guerrieri scolpiti rwandesi, incredibili tavolette sudafricane dipinte sullo sterco di vacca secco. C'è anche un televisore che trasmette il TG1 via satellite, da cui scopriamo che, nel frattempo, è caduto il governo. E devo ammettere che ci sembra un evento del tutto insignificante.
Ma mi accorgo più pienamente di quanto siamo “stonate” solo nel momento in cui entro in bagno: me ne accorgo dalla mia estaticamente stupita reazione di fronte a mattonelle pulite, uno sciacquone potente, sapone per le mani e asciugamani morbidi...

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