The Charismatics

Dopo 3 settimane di impazienza alla fine ce l'abbiamo fatta: abbiamo un invito per la messa dei Carismatici.

Tutti ci hanno parlato di loro, chi in modo entusiastico, chi in tono perplesso, chi quasi in punta di piedi, come volendo far finta di ignorare la questione...

In realtà i Carismatici sono molto diffusi in Uganda, solo che non si sa mai quando arrivano a celebrare le loro messe nelle chiese... e noi li abbiamo sempre persi per poco, sia ad Arua che a Moyo.

Raffaella mi mette un po' in guardia. Lei che ha visto i video girati da Stefano qualche mese prima prevede che non sarà esattamente un “bello” spettacolo... Ma io ne sono attratta tremendamente, voglio vedere.

Ovviamente, la solita sfiga: siamo sotto Quaresima (e chi se lo ricordava? Quaresima? Che è??). Il che vuol dire che la messa a cui assisteremo sarà più “soft”: niente balli sfrenati, niente urla e canti a squarciagola. Peccato. Dentro di me penso che forse sarà deludente, ma ormai siamo invitate...
In realtà mi sento anche leggermente in colpa, perché loro ci hanno accolto a braccia aperte alla loro cerimonia sacra, mentre noi assistiamo con l'occhio asettico delle occidentali curiose.

Tanto per cominciare, il tipo che celebra la messa ci delizia con la solita cosa imbarazzante del doverci presentare a tutta la chiesa... ma ok, ormai siamo abituate.

Poi inziano le preghiere, cantate piano, quasi sottovoce. Anche i tamburi suonano in modo più soffice. Ma non sembra che ci sia niente di diverso da una normale messa africana.

Dopo un po' però qualcosa comincia a cambiare... Le persone stanno pregando, ad occhi chiusi, a voce alta, e ognuna per conto proprio. Non è un coro e non è un canto, perché ognuno di loro dice parole diverse. E' una specie di lamento comune, di incitazione, di sfogo, che cresce di intensità e di ritmo, sempre di più, in una specie di esaltazione collettiva... E' un suono evocativo, di una potenza incredibile. Ho la pelle d'oca. Riesco solo vagamente ad immaginare cosa possa essere quando la gente è libera di urlare e di ballare, e il suono dei tamburi ti rimbalza nello stomaco sempre più forte...

Dopo un po' sento un borbottio, guardo dietro di me: è una bambina sui 4 anni. Ha gli occhi chiusi, sta sussurrando una frase a ripetizione, sempre la stessa, in modo lamentoso. Quando si sta per accasciare per terra, la mamma la spinge verso il centro della chiesa e la lascia cadere dolcemente. Lei resta lì distesa in modo scomposto. Se non fosse per i lamenti sembrerebbe svenuta. Continua così per un bel po': lamenti e respiro affannoso. Per terra si è formata una piccolissima pozza di lacrime sotto al suo viso.

Io e Raffa siamo le uniche a mostrare un qualche tipo di stupore per quello che sta succedendo. Tutti gli altri (mamma compresa) continuano indifferentemente a pregare e a cantare. Nessuno guarda la bambina. Dopo una decina di minuti le si avvicina lentamente una ragazza che, dolcemente, le sussurra qualcosa, la tocca leggermente, le fa il segno della croce sulla testa, la scuote in modo impercettibile..... E, di botto, la bambina si risveglia. Apre gli occhi, smette di piangere e si rimette seduta con la mamma. Come se non fosse successo nulla.

Dopo un po' ecco un'altra bambina. E' piegata su se stessa sulla panca della chiesa, ha gli occhi chiusi, si lamenta e sbava. Anche lei si accascia, sembra in un altro mondo.

Poi ecco la signora dietro di me, che si dondola avanti e indietro sempre più velocemente, stringendosi forte le braccia al petto.

E' strano, sembrano matti. O santi. Chissà...

Ogni volta la stessa cosa: dopo un po' qualcuno arriva, sussurra loro qualcosa, li tocca leggermente, traccia loro segni addosso con le mani e, come un tramite tra la realtà e l'ultraterreno, li riporta dolcemente nella nostra dimensione.

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